In corteo 300 musulmani dopo la nostra inchiesta sulle moschee irregolari. La rabbia dei manifestanti: "La Capitale ? di tutti tranne di voi razzisti e fascisti"
?Roma ? di tutti, tranne di voi razzisti e fascisti?. ? l?urlo di centinaia di immigrati, tutti musulmani, che ieri pomeriggio a Roma, nel quartiere di Tor Pignattara, sono scesi in piazza contro i residenti italiani che hanno osato protestare contro il proliferare di moschee non autorizzate. Il motivo della manifestazione ? legato all?inaugurazione, lo scorso 8 marzo in via Capua, dell?ennesima moschea non autorizzata. I garage dello stabile, infatti, inaspettatamente sono stati adibiti a luogo di culto tra la sorpresa e lo sconcerto dei condomini. Una scena vista decine di altre volte nella Capitale che in quel caso, per?, fece sbottare i residenti. In quell?occasione proprio Il Tempo , additato dai manifestanti per avere ?denunciato un altro degrado? (termine mai usato nell?articolo), aveva raccolto le proteste dei condomini. Una manifestazione indetta, dunque, contro ?la falsa propaganda e l?errata ideologia?. A scatenare la reazione di protesta, per?, sarebbe stata la scritta apparsa negli ultimi giorni proprio sul muro della sala di preghiera: ?Satana 666?. E cos? ieri, in una zona della Capitale dove la presenza di immigrati e moschee non autorizzate ? altissima, i fedeli musulmani sono scesi in piazza per dire che ?il quartiere ? anche nostro? non solo quindi degli italiani. Ad organizzare la manifestazione, l?associazione Dhuumcatu, con il suo leader, Bachcu che prendere la parola davanti la moschea per rivendicare il diritto a professare la propria fede. Alle finestre dello stabile in cui si trova il garage adibito a luogo di culto, sono affacciati i condomini che guardano i manifestanti con sorpresa, e qualcuno scatta anche qualche foto con il telefono. Proprio il giorno dell?inaugurazione, infatti, i residenti hanno espresso non poche perplessit? sull?opportunit? di avere una moschea sotto casa. In quella circostanza, l?amministratore del condominio, Pier Paolo Di Giulio, parlando con Il Tempo disse di essere all?oscuro di tutto. ?Io sono stato avvisato all?una (l?inaugurazione era prevista per le 12.30, ndr ), dalla telefonata di uno dei residenti - ha raccontato - i condomini vogliono capire e per questo ? stata indetta un?assemblea. Bisogna vedere se hanno le autorizzazioni, se tutto ? regolare?. E ancora: ?I condomini sono preoccupati - ha concluso - per il viavai di gente, ma anche per i rischi legati alla sicurezza dei locali che non sono adibiti a questo: sono garage dove fino a ieri si stoccava merce. Quindi non ci sono i bagni e le uscite di sicurezza?. Insomma, la solita storia che a Roma, e non solo, va avanti da anni e che nell?ultimo decennio ha visto un incremento vertiginoso di moschee non autorizzate. Si tratta quasi sempre di scantinati, cantine e garage che sfuggono ad ogni controllo. Dal Centro alle periferie, e persino a ridosso del Vaticano, le moschee non autorizzate nella Capitale dilagano. In tutta Roma, infatti, i luoghi di culto islamici sono quasi cento. Un fenomeno ormai in crescita inarrestabile, che sta mutando il tessuto sociale di interi quartieri. Proprio a Tor Pignattara, a pochi passi di via Capua, in via Gerbo Serbelloni 25, esiste gi? da tempo l?associazione culturale Masjeed e Rome, che non pochi problemi ha avuto con i residenti, soprattutto durante la preghiera del venerd?, quando i marciapiedi sono stati pi? volte invasi da fedeli. Anche qui i cittadini hanno provato ad esprimere il loro dissenso per questioni di viabilit?. Dal canto loro i responsabili della moschea di via Capua, durante l?inaugurazione, hanno fanno sapere che ?la nuova sala ? per permettere a tutti i fedeli di poter continuare a praticare il proprio credo senza subire lamentele del vicinato e dei passanti?. Le motivazioni alla manifestazione di ieri, per? sono di tutt?altro tenore. Nel volantino distribuito ai partecipanti e non solo, l?associazione Dhuumcatu rivendica il diritto ad esercitare il diritto a professare il proprio credo. ?Una citt? molto religiosa e multiculturale ? si legge ? significa che si deve suonare il campanello della chiesa, e si deve suonare il ulu dhoni dentro il tempio. Se pregano gli ebrei anche gli islamici devono svolgere il loro credo?. ? bene ricordare, per?, che a Roma esiste un solo luogo di culto ufficialmente riconosciuto, la Grande moschea nel quartiere Parioli. Per tutto il resto il panorama dell?Islam romano, che al suo interno accoglie svariati migliaia di immigrati, resta frastagliato e confuso. Nella moltitudine di luoghi di culto che nascono sotto la sigla di associazioni culturali, infatti, si nasconde un mondo complesso e variegato, spesso difficile da interpretare. Oltre alle moschee riconosciute come "moderate", di cui fanno parte i musulmani devoti alla preghiera, al digiuno e all?elemosina, ? da segnalare la presenza anche di quelle pi? inquietanti dei predicatori d?odio, dei reclutatori e delle "cellule in sonno", pi? volte oggetto di indagini dei servizi di intelligence e delle forze di polizia. Sono 15, di cui 4 non luoghi di culto ma istituti islamici, le moschee nell?occhio del ciclone per il pericolo di infiltrazione di fondamentalisti.
Fonte iltempo.it
?Roma ? di tutti, tranne di voi razzisti e fascisti?. ? l?urlo di centinaia di immigrati, tutti musulmani, che ieri pomeriggio a Roma, nel quartiere di Tor Pignattara, sono scesi in piazza contro i residenti italiani che hanno osato protestare contro il proliferare di moschee non autorizzate. Il motivo della manifestazione ? legato all?inaugurazione, lo scorso 8 marzo in via Capua, dell?ennesima moschea non autorizzata. I garage dello stabile, infatti, inaspettatamente sono stati adibiti a luogo di culto tra la sorpresa e lo sconcerto dei condomini. Una scena vista decine di altre volte nella Capitale che in quel caso, per?, fece sbottare i residenti. In quell?occasione proprio Il Tempo , additato dai manifestanti per avere ?denunciato un altro degrado? (termine mai usato nell?articolo), aveva raccolto le proteste dei condomini. Una manifestazione indetta, dunque, contro ?la falsa propaganda e l?errata ideologia?. A scatenare la reazione di protesta, per?, sarebbe stata la scritta apparsa negli ultimi giorni proprio sul muro della sala di preghiera: ?Satana 666?. E cos? ieri, in una zona della Capitale dove la presenza di immigrati e moschee non autorizzate ? altissima, i fedeli musulmani sono scesi in piazza per dire che ?il quartiere ? anche nostro? non solo quindi degli italiani. Ad organizzare la manifestazione, l?associazione Dhuumcatu, con il suo leader, Bachcu che prendere la parola davanti la moschea per rivendicare il diritto a professare la propria fede. Alle finestre dello stabile in cui si trova il garage adibito a luogo di culto, sono affacciati i condomini che guardano i manifestanti con sorpresa, e qualcuno scatta anche qualche foto con il telefono. Proprio il giorno dell?inaugurazione, infatti, i residenti hanno espresso non poche perplessit? sull?opportunit? di avere una moschea sotto casa. In quella circostanza, l?amministratore del condominio, Pier Paolo Di Giulio, parlando con Il Tempo disse di essere all?oscuro di tutto. ?Io sono stato avvisato all?una (l?inaugurazione era prevista per le 12.30, ndr ), dalla telefonata di uno dei residenti - ha raccontato - i condomini vogliono capire e per questo ? stata indetta un?assemblea. Bisogna vedere se hanno le autorizzazioni, se tutto ? regolare?. E ancora: ?I condomini sono preoccupati - ha concluso - per il viavai di gente, ma anche per i rischi legati alla sicurezza dei locali che non sono adibiti a questo: sono garage dove fino a ieri si stoccava merce. Quindi non ci sono i bagni e le uscite di sicurezza?. Insomma, la solita storia che a Roma, e non solo, va avanti da anni e che nell?ultimo decennio ha visto un incremento vertiginoso di moschee non autorizzate. Si tratta quasi sempre di scantinati, cantine e garage che sfuggono ad ogni controllo. Dal Centro alle periferie, e persino a ridosso del Vaticano, le moschee non autorizzate nella Capitale dilagano. In tutta Roma, infatti, i luoghi di culto islamici sono quasi cento. Un fenomeno ormai in crescita inarrestabile, che sta mutando il tessuto sociale di interi quartieri. Proprio a Tor Pignattara, a pochi passi di via Capua, in via Gerbo Serbelloni 25, esiste gi? da tempo l?associazione culturale Masjeed e Rome, che non pochi problemi ha avuto con i residenti, soprattutto durante la preghiera del venerd?, quando i marciapiedi sono stati pi? volte invasi da fedeli. Anche qui i cittadini hanno provato ad esprimere il loro dissenso per questioni di viabilit?. Dal canto loro i responsabili della moschea di via Capua, durante l?inaugurazione, hanno fanno sapere che ?la nuova sala ? per permettere a tutti i fedeli di poter continuare a praticare il proprio credo senza subire lamentele del vicinato e dei passanti?. Le motivazioni alla manifestazione di ieri, per? sono di tutt?altro tenore. Nel volantino distribuito ai partecipanti e non solo, l?associazione Dhuumcatu rivendica il diritto ad esercitare il diritto a professare il proprio credo. ?Una citt? molto religiosa e multiculturale ? si legge ? significa che si deve suonare il campanello della chiesa, e si deve suonare il ulu dhoni dentro il tempio. Se pregano gli ebrei anche gli islamici devono svolgere il loro credo?. ? bene ricordare, per?, che a Roma esiste un solo luogo di culto ufficialmente riconosciuto, la Grande moschea nel quartiere Parioli. Per tutto il resto il panorama dell?Islam romano, che al suo interno accoglie svariati migliaia di immigrati, resta frastagliato e confuso. Nella moltitudine di luoghi di culto che nascono sotto la sigla di associazioni culturali, infatti, si nasconde un mondo complesso e variegato, spesso difficile da interpretare. Oltre alle moschee riconosciute come "moderate", di cui fanno parte i musulmani devoti alla preghiera, al digiuno e all?elemosina, ? da segnalare la presenza anche di quelle pi? inquietanti dei predicatori d?odio, dei reclutatori e delle "cellule in sonno", pi? volte oggetto di indagini dei servizi di intelligence e delle forze di polizia. Sono 15, di cui 4 non luoghi di culto ma istituti islamici, le moschee nell?occhio del ciclone per il pericolo di infiltrazione di fondamentalisti.
Fonte iltempo.it
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